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io sono insieme

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“Ogni sforzo aggiunge

 un poco d’oro a quel tesoro

che nulla al mondo potrà carpire.”

 Simone Weil

 

 

Vieni prima degli occhi. Questo lo sai.

È la domanda di bene

che ogni bambino rivolge

nella fiducia.

Guarda tu ora, e noli me tangere.

Io debbo proteggere il vuoto

mai posseduto. Ti benedico

perché non hai trasformato le pietre nel pane

che mangi ogni giorno. Sulla tua trama nera

è un ricamo quel rosso che appare

come fosse un esercizio, una veglia

alle energie più sottili. Obbedisco,

rimanendo in ascolto-

mentre il fiume copre il suono delle tua voce-

Obbedisco,

con l’alito che so delle bestie

quando si sporgono nel tepore della paura.

 

Tu  avanzi

fino a toccare tutto quello che ci rimane.

Io sono insieme- ripeto-

tra le cose in movimento,

lo scintillio della prima risata,

la mano che diceva il miracolo,

sul fuso della tue dita, la grazia-

i nomi della luce sono qui

nel più sacro recinto illimitato

dov’è il sortilegio che chiama,

seppur sfiorando il nulla,

nell’instancabile enigma dell’eternità.

 

 

Un’iscrizione ricavata dall’albero, al fianco,

coltiva l’inverno della tua lingua

vegliando i semi la folata di vento.

Rinasce la voce.

                                      Sei innegabile

nel sì finale alla passione che mi aspetta,

il lungo affondamento nel mio vuoto,

fino a sostituirlo con un principio luminoso.

 

Non saprai che ci sono ad amarti

come l’inizio del mondo,

il silenzio che circonda le parole

è  lo stesso che  precede l’azione e si spegne

nel possessivo profondo del “ mio

adesso”. Viene il mese crudele di Eliot

con ogni briciola di bene che è stata raccolta

nell’onestà della voce. Nuda,

vulnerabile ripeto il gesto di offerta :

“io sono insieme”-

e, ciò che più conta,  la tomba è vuota.

 

 

 

 

 

 Paolo Ottaviani - 11/04/2016 15:01:00 [ leggi altri commenti di Paolo Ottaviani » ]

Condivido profondamente quanto scrive Franca Alaimo: “A me piace soprattutto una caratteristica della poesia di Amina: quella di sapere creare sempre rapporti: fra le dimensioni del cielo e della terra, fra le realtà sensibili e le loro proiezioni simboliche, fra l’anima individuale e quella cosmica. Si respira sempre, mentre si leggono i suoi versi, qualcosa di mistico, come un’apertura d’ala che trascini verso l’alto”. Qualcuno potrebbe pensare che quel “qualcosa di mistico” produca, alla fin fine, una poesia sempre uguale a se stessa, perennemente fissa nella sua ascetica contemplazione. Costui sbaglierebbe. La poesia di Amina è sì sempre incentrata sulla diafana stella della trascendenza ma il suo resta un “ascetismo in divenire”, profondamente ancorato alla mutevolezza e fragilità della terra e dei corpi. Più che saper creare rapporti “fra le dimensioni del cielo e della terra” Amina si fa testimone e demiurgo della reciproca, coinvolgente invasione del cielo sulla terra e della terra nel cielo “nell’instancabile enigma dell’eternità”. Grazie ancora Amina!

 Gil - 09/04/2016 14:33:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Alla fine, diverrai madre di luce
come fu all’origine del tempo.
Scaverai un passaggio tra i tuoi ginocchi
di cui noi baceremo devoti
il dolore divenuto preghiera
dalla radice degli alberi al cielo
attraversando la carne avvinta all’amplesso
dell’Amore che non conosce lingua
né forma né barriere.
Ti chiameremo madre del vuoto
scavata dentro dal coraggio della perdita
per non sconfessarti l’amante dell’Amore.
Pura ci partorisci ancora bambini, infanti
perché tornati nel vero, ora incapaci perciò di parola.

 Franca Alaimo - 08/04/2016 22:37:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Non è mai facile capire a quale "evento" (o addirittura o quale sentimento-emozione) Amina rimandi quando scrive versi. E, forse, non è nemmeno indispensabile, quello che interessa è l’esito della sua scrittura, sempre di alto livello. Il filo da seguire è probabilmente, in questa poesia quello che mette insieme una tomba vuota e l’eternità: sembra che il messaggio cristico, il miracolo della resurrezione, la promessa d’eternità di cui è significazione, pur rimanendo riconoscibile, venga adattato al racconto di dolori molto più personali, ad assenze che hanno fatto vuoto dentro la vita dell’autrice.
A me piace soprattutto una caratteristica della poesia di Amina: quella di sapere creare sempre rapporti: fra le dimensioni del cielo e della terra, fra le realtà sensibili e le loro proiezioni simboliche, fra l’anima individuale e quella cosmica.
Si respira sempre, mentre si leggono i suoi versi, qualcosa di mistico, come un’apertura d’ala che trascini verso l’alto.

 Franco Bonvini - 08/04/2016 21:49:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Loredana ha detto una cosa molto bella : "per chi legge"
Ha "compreso" cioè preso con sè un dolore.
Perchè Amina è un mistero e va "compreso" e allora ti mostra i tuoi dolori.

 Loredana Savelli - 08/04/2016 21:14:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Meravigliosa!!
Un dolore che si sublima in poesia, un lenitivo per chi legge.
Davvero molto bella!

 Franco Bonvini - 08/04/2016 19:23:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

La tomba è vuota.. e nessuno vedrà più, se non crede.
Un altro capolavoro.

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